Allucinazioni nel Parkinson come gestire

Allucinazioni nel Parkinson: come gestirle?

Convivere con le allucinazioni nel Parkinson può divenire svilente e difficile. È possibile tenerle sotto controllo? Ne parla il prof. Marco Onofrj, direttore della Clinica Neurologica dell’Ospedale Clinicizzato di Chieti.

All’origine delle allucinazioni nel Parkinson ci sono le alterazioni microanatomiche tipiche della malattia. Però, ci sono anche gli effetti dei farmaci utilizzati per tenere a bada la sintomatologia determinata dall’insufficienza di dopamina.

Il Parkinson, oltre a tremori, rigidità, instabilità e lentezza nei movimenti, in un 40-60% di pazienti si caratterizza anche per psicosi e allucinazioni visive.

UN INSETTO NEL LAVANDINO E…

«Le allucinazioni nel Parkinson sono più di origine visiva che uditiva. I pazienti, almeno inizialmente, vedono qualcosa nell’angolo dell’occhio, come per esempio un insetto nel lavandino, o, più spesso l’ombra di un animaletto che fugge».
Lo spiega il prof. Marco Onofrj, direttore della Clinica Neurologica dell’Ospedale Clinicizzato di Chieti e autore recentemente dell’editoriale della rivista Neurology proprio relativamente alle allucinazioni nel Parkinson.
«Alla comparsa delle allucinazioni, almeno nella fase iniziale, il paziente è cosciente che l’allucinazione è falsa. In più, la stessa tende a scomparire con una buona messa a fuoco dell’oggetto. Questo perché l’attivazione dei sistemi neurali che sottendono l’attenzione sopprime i sistemi interni che producono allucinazioni» continua Onofrj.
«Oltre a vedere degli insetti, le allucinazioni nel Parkinson tendono a riflettere le immagini proprie dell’esperienza di vita del paziente. Significa che il carrozziere vede parti di automobili, il contadino gli animali, la casalinga può immaginare di vedere il contenuto dei sacchetti della spesa e via dicendo» spiega ancora Marco Onofrj.

CHE SUCCEDE QUANDO L’ALLUCINAZIONE NON È SOLO VISIVA

La capacità di rendersi conto che l’allucinazione visiva non è reale cala con l’avanzare dei disordini cognitivi. In un 25% dei pazienti con Parkinson, almeno fino a quando non compaiono tali disordini, le allucinazioni non costituiscono un problema. In altri pazienti, invece, in un tempo variabile fra 1 e 7 anni dalla comparsa delle prime allucinazioni, le stesse acquistano importanza e possono coinvolgere, oltre la vista, anche il tatto e l’udito.
Non è raro che il paziente creda di vedere immagini nascoste nel buio che incutono paura. O che pensino di discutere con i parenti defunti o avvertano la sensazione tattile della presenza dei corpi che credono di vedere. Se tali allucinazioni diventano quotidiane, compare nel paziente confusione e disorientamento, oltre che paura.

ALLUCINAZIONI E TERAPIA DEL PARKINSON

Secondo gli studi disponibili, le allucinazioni nel Parkinson rappresentano una delle più gravi complicanze della malattia e un fortissimo stress di difficile gestione per chi assiste il malato. Esse dipendono da alterazioni microanatomiche insite nella malattia, ma sono anche una conseguenza della terapia che tiene sotto controllo la progressione della patologia.
La terapia dopaminergica, indispensabile per sopperire alla carenza della dopamina a livello centrale, responsabile della sintomatologia del Parkinson, facilita purtroppo lo sviluppo di allucinazioni.
«Sospendendo la terapia dopaminergica, però, non si assiste a una regressione immediata dei sintomi, e gli studi sistematici non hanno dimostrato un rapporto diretto tra dose dei farmaci e allucinazioni – spiega il dottor Onofrj. – Empiricamente, spesso, la riduzione dei farmaci dopaminergici riduce le allucinazioni, ma ciò sempre a scapito del controllo delle capacità motorie».

ALLUCINAZIONI E TERAPIA PER I DISTURBI DELL’UMORE

I pazienti con Parkinson non di rado (oltre al trattamento dopaminergico) possono aver bisogno di una terapia per i disturbi dell’umore che aggravano la loro condizione. Molti dei farmaci utilizzati possono peggiorare le allucinazioni, come spiega il dottor Onofrj.
«I disturbi dell’umore comportano una certa propensione verso lo sviluppo di una condizione maniacale. Nella fase maniacale del disturbo bipolare possono comparire allucinazioni. Quindi, è difficile dire con chiarezza se i fenomeni allucinatori dipendono da un effetto diretto del farmaco o sono una conseguenza del viraggio umorale indotto. In un ragionamento deduttivo, si può considerare che i farmaci per il controllo dell’umore determinano un aumento relativo della disponibilità di serotonina (un neurotrasmettitore del sistema nervoso centrale), mentre i farmaci che riducono le allucinazioni sono antagonisti o agonisti inversi della serotonina. Quindi una relazione ci deve essere, ma non ci sono però ancora dati definitivamente dimostrativi».

COSA SI PUÒ FARE CONCRETAMENTE PER GESTIRE LE ALLUCINAZIONI NEL PARKINSON?

Esiste un punto nella vita del paziente affetto da Parkinson e di chi lo assiste nel quale convivere con le allucinazioni può divenire svilente e difficile. È possibile tenerle sotto controllo?
«Si cerca di ottenere il controllo delle allucinazioni riducendo, al limite della tollerabilità del peggioramento motorio, la dose di farmaci dopaminergici. Se il peggioramento motorio è intollerabile, si possono aggiungere farmaci inibitori delle colinesterasi che sono normalmente utilizzati per migliorare l’attenzione nei pazienti dementi, o farmaci che hanno azione antagonistica su alcuni recettori della serotonina. Uno di questi farmaci autorizzati in questo senso non è ancora disponibile in Italia, ma è in ogni caso molto costoso. Non si possono usare i comuni neurolettici, che hanno spesso attività antagonistica della serotonina, perché sono estremamente pericolosi in tutte le forme di Parkinson, con effetti collaterali anche letali» conclude il dottor Onofrj.

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