Il Calendario delle mamme contro il Parkinson

Il Calendario delle mamme contro il Parkinson

Nato come un gioco via Facebook, è diventato una cosa seria quando una delle protagoniste ha confidato di avere la malattia di Parkinson.

È un calendario fresco e originale, ironico ma anche molto vero, che racconta di mamme felici e spiritose, magre, in carne, belle, timide, giocose.

Nasce a Bari grazie al gruppo di mamme social “Belle mamme di belli di mamma”. Il gruppo è stato fondato da Marcella Bruno, un architetto di Bari che ha dato vita a questa idea con l’intento di scambiare insieme ad altre mamme consigli di moda e offerte sul web.

Grazie alla fotografa Ela Francone tante mamme insieme si sono sentite ancora più speciali mettendosi in posa per la creazione di questo Calendario. Le pose sono diverse: da quelle più ironiche a quelle più sexy, dalle corse a scuola in pigiama alle mamme con il pancione.

Il ricavato delle vendite del Calendario delle mamme di Bari andrà in beneficenza all’equipe di ricerca sul morbo di Parkinson del San Raffaele. Perché questa scelta? Perché una delle modelle protagoniste del calendario ha confidato di soffrire di questa malattia.

Il calendario è disponibile su prenotazione da Atlante’s web a Bari.

Guarda la gallery con le foto del calendario QUI


IL PARKINSON

La Malattia di Parkinson (MdP) è una malattia del Sistema Nervoso Centrale. È caratterizzata da una progressiva degenerazione dei neuroni localizzati in una parte del cervello detta “substantia nigra”. Questi neuroni controllano principalmente i movimenti del corpo. La MdP è una malattia degenerativa che clinicamente si manifesta con una evoluzione lenta e progressiva.

La lesione anatomica si traduce in disturbi motori: tremore, lentezza, rigidità muscolare, instabilità posturale… Ma anche sintomi non motori: deficit di memoria e delle capacità cognitive, ansia e depressione, confusione, dolore, disturbi del sonno e gastrointestinali…

La MdP ha un considerevole impatto non solo sul piano strettamente funzionale, ma anche sul piano psicologico e sociale. Infatti, limitando il paziente dal punto di vista motorio, ne compromette l’autonomia. Inoltre determina una serie di importanti implicazioni psicologiche ed emotive. Tra queste: perdita di sicurezza nelle proprie capacità relazionali, lavorative, (leggi di più…)