Un modello di cura intergrativa - Parkinson Italia

Da ‘Parkinson Italia’ un Modello di cura integrativa

Oggi, spesso, ci si limita alla cura farmacologica per la malattia di Parkinson, tralasciando aspetti fondamentali quali l’alimentazione e l’attività fisica.

Si articolerà in una serie di convegni sul territorio il nuovo progetto della Confederazione Parkinson Italia, denominato semplicemente “Modello di cura integrativa”. Sostenuto dalla Società Ralpharma, intende prendere in considerazione in particolare tre specifici aspetti: farmaci, esercizio fisico e fisioterapia, corretta alimentazione. Questo “Modello di cura integrativa”, rappresenta una garanzia di efficacia nel tempo per le persone con la malattia di Parkinson.

Il primo dei convegni per presentatre il nuovo Modello di cura integrativa è in programma per il 19 gennaio a Gallarate (Varese). QUI il programma.

Ottimizzare la qualità della vita della persona con Parkinson

«La complessità legata alla salute della persona con Parkinson necessita di un approccio multidisciplinare. Il piano di cura va integrato attraverso percorsi condivisi tra i diversi operatori coinvolti. Il principio di “autonomia” del paziente è sancito nel Piano Nazionale della Cronicità. Ma diventa concreto laddove il paziente stesso e il proprio caregiver abbiano l’effettiva possibilità di “prendere in mano” la cura. Ottimizzare la qualità della vita della persona con Parkinson, comprendendo l’impatto multidimensionale della malattia è uno dei principali obiettivi cui dare attuazione».

«Oggi ancora troppo spesso ci si limita alla cura farmacologica per la malattia di Parkinson» spiegano a Parkinson Italia. Si tralasciano aspetti necessari per la completezza del piano di cura, quali l’alimentazione e l’attività fisica. Aspetti invece ritenuti ormai fondamentali dalla letteratura medica, anche nell’ottica di prevenzione dei principali fattori di rischio della patologia.

L’accesso alle cure riabilitative

Da una recente ricerca condotta dalla Confederazione lo scorso anno (Qualità della vita e rapporti clinico-terapeutici della persona con Parkinson) è emerso che nella gestione della malattia le maggiori difficoltà per il paziente si riscontrano nell’accesso alle cure riabilitative. La mancanza di mezzi e di risorse economiche e l’assenza del supporto del servizio sociale o sanitario pubblico risultano incidere in modo determinante su questo fattore.
Appare dunque evidente una difficoltà contingente da parte del paziente e della sua famiglia a sostenere completamente il peso economico legato alle cure riabilitative.

L’importanza dell’attività fisica e dell’alimentazione

Un ulteriore dato significativo emerso da quella stessa ricerca è poi la consapevolezza del paziente sull’importanza dell’attività fisica come guadagno terapeutico. L’ 83,88% dei partecipanti allo studio, infatti, nonostante la difficoltà di convivere con dolori debilitanti, risulta svolgere attività fisica. E infine, anche l’alimentazione corretta viene percepita come fondamentale nel piano di cura, ma soltanto il 39,42% del campione adotta un’alimentazione consigliata dal medico curante, mentre il 38% del campione non ha mai avuto un consiglio su dieta e/o alimentazione da parte del proprio medico.

Un approccio multidisciplinare

Per tutte queste ragioni, dunque, un gruppo di lavoro multiprofessionale e multidisciplinare che comprenda figure cardine dell’assistenza diventa fondamentale nel piano di cura. In primis, il neurologo, a seguire il nutrizionista/dietista, che garantisca informazioni sullo stato nutrizionale del paziente, sul grado di adesione all’eventuale piano dietetico e il tecnico della riabilitazione per la malattia di Parkinson, che favorisca il raggiungimento giornaliero degli obiettivi terapeutici, per il mantenimento del migliore stato funzionale del paziente, accrescendone l’autonomia e il massimo livello di partecipazione sociale, ovvero ritardando l’insorgenza della disabilità».

Un Modello di cura integrativa

«Pertanto il nuovo progetto che andremo a sviluppare – concludono dalla Confederazione -, con la collaborazione delle Associazioni locali e con il supporto di Ralpharma, intende porre come primario àmbito di intervento l’accesso facilitato alla riabilitazione/riattivazione della persona con Parkinson presso specifiche strutture presenti sul territorio (palestre), alla presenza di operatori che saranno formati per applicare le specifiche tecniche riabilitative per la malattia. A tal proposito ci si propone di garantire una riattivazione/riabilitazione giornaliera e facilitata del paziente, presso strutture che saranno individuate sui singoli territori con il sostegno di operatori dedicati. Il valore aggiunto dato dal diretto coinvolgimento delle Associazioni territoriali sarà determinante per diffondere il modello proposto su tutto il territorio nazionale».

Riassumendo, si può dire che terapia farmacologica, attività fisica e nutrizione costituiranno il “Modello di cura integrativa” che verrà diffuso attraverso specifici convegni sul territorio nazionale. Durante i convegni sarà possibile assistere anche a una sessione pratica di ginnastica riabilitativa per la malattia di Parkinson da parte di esperti in riabilitazione.

Il primo convegno

Il primo di tali convegni è in programma per la mattinata del 19 gennaio prossimo, presso il Museo di Arte Moderna (MA-GA) di Gallarate (Varese), Via De Magri n. 1, grazie alla collaborazione dell’As.P.I. (Associazione Parkinson Insubria) di Cassano Magnago (Varese). (S.B.)
questo link è disponibile il programma completo del convegno di Gallarate (Varese) del 19 gennaio. Per ulteriori informazioni e approfondimenti: relazioniesterne@parkinson-italia.it (Giorgia Surano).

Parkinson Italia


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Con l’obiettivo di ottenere adeguati trattamenti sanitari e tutele sociali, la Confederazione si fa portavoce e promotore di: istanze dei pazienti e dei caregiver, progetti su specifiche esigenze e problemi, studi, indagini e ricerche sociali, proposte di legge e adeguamenti di disposizioni in materia di salute pubblica e tutele sociali.

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