diagnosi di Parkinson

“Esiste un futuro dopo la diagnosi di Parkinson!”

Pubblichiamo la testimonianza, serena e stimolante, di Italo Agnoli che ha avuto la diagnosi di Parkinson da poco. In età non più giovane come molti parkinsoniani, Italo ci racconta che esiste ancora un futuro nonostante la malattia o l’età. Un futuro dove si possono raccogliere sfide mettendosi a disposizione degli altri.

(Nella foto: Italo Agnoli, a destra, con Tony Marra, presidente Parkinson Italia)


Il mio Parkinson
(riflessioni ed esortazioni di un parkinsoniano)

L’incontro con il sig. Parkinson, diavoletto impertinente, si è materializzato agli inizi del 2015, all’età di 78 anni, il giorno in cui ho ritirato la risonanza magnetica che sanciva, seppur non in termini chiari, la presenza della malattia dentro il mio cervello.

In verità c’erano stati sintomi premonitori che scambiavo per situazioni temporanee della salute e del logorio degli anni passati: rallentamento dei movimenti, qualche lieve episodio di tremore, rigidità, tendenza ad inciampare, modesta iniziale perdita di memoria, alterazione della grafia che diventa sempre più piccola fino al punto di non riconoscerla più, ridotta capacità di eseguire diverse azioni contemporaneamente come ero in grado di fare fino a poco tempo prima interessando molti aspetti della vita di relazione.

Anche abbottonare la camicia diventava un piccolo problema o fare il nodo alla cravatta e qualche altro segno meno specifico e non determinante per richiedere una diagnosi.

Ho quindi imparato, mio malgrado, che la malattia di Parkinson, un disturbo neurologico progressivo, è causata dalla distruzione nel cervello di cellule nervose deputate alla produzione di un neurotrasmettitore, la dopamina. La distruzione avviene in natura con l’invecchiamento ma nei malati di Parkinson il processo è molto più veloce.

La malattia mi crea problemi di sdoppiamento della vista quando guardo lo schermo del computer ma l’oculista mi assicura che tutto va bene.
A volte sento che la mia voce è un po’ cambiata e la scopro afona. Posso ben dire che sia colpa del Parkinson perché all’inizio del problema ho interpellato uno dei migliori specialisti in otorinolaringoiatria che mi ha sottoposto a tutte le prove possibili e immaginabili senza trovare una risposta.

Dopo la diagnosi di Parkinson arriva una brutta notizia: guarire non è possibile. Ma poi arrivano le notizie buone: vivere bene e a lungo si può.

Superato l’iniziale naturale smarrimento ho immediatamente reagito perchè volevo sconfiggere quel subdolo diavoletto che si è presentato in punta di piedi e, quasi prendendomi in giro, mi ha fatto spendere inutilmente tempo e denaro per scoprire il difetto della vista, della voce, e non solo.

Al tempo stesso ho messo al corrente familiari e amici della mia condizione e a fronte del loro sconforto ho assicurato che mi sarei battuto per vincere lo stato di impotenza e possibile conseguente depressione che può prendere il parkinsoniano.

Ho letto tutto quello che si può trovare in internet e nelle comunicazioni/pubblicazioni specialistiche delle Associazioni Italiane Parkinsoniani. Ho partecipato alle interessanti giornate di approfondimento organizzate dall’AIP di Treviso (della quale fa parte il Punto di Presenza di Mogliano Veneto) e Mestre, ho preso contatti con le suddette Associazioni trovando interlocutori gentilissimi che mi hanno aiutato nelle fasi iniziali delle mie ricerche; di ciò ringrazio di cuore per la loro pazienza e disponibilità i rispettivi Presidenti e collaboratori.

Inoltre devo ringraziare, a nome degli ammalati parkinsoniani moglianesi e non, l’Amministrazione comunale nelle persone del Sindaco e dell’Assessore del settore Politiche sociali per aver risposto positivamente alla mia proposta di realizzazione del Punto di Presenza a Mogliano Veneto.

E ancora il Presidente e il Direttivo del Circolo Ricreativo Anziani, per aver messo a disposizione il locale con funzione di Segreteria dentro la stessa struttura.

A volte mi chiedo se esiste un futuro per chi ha avuto la diagnosi di Parkinson. La risposta spontanea e convinta è sempre: certamente sì!

Grazie alle terapie farmacologiche, opportunamente corrette, la mia vita non ha subito sostanziali cambiamenti. Devo essere soddisfatto dell’attuale situazione in quanto alla recente visita neurologica di controllo sono risultato ‘in buon compenso’, segno evidente che il binomio medicinali-movimento è ben equilibrato.

Sotto l’aspetto fisico, infatti, non mi posso assolutamente lamentare perchè continuo a curare, con l’impegno di sempre, casa, orto, giardino e, all’occorrenza, volontariato anche se una fastidiosissima listesi mi crea dolore e nervosismo.

Dice Agnoli, nella foto: "È insostituibile una continua attività motoria"

Dice Agnoli, nella foto: “È insostituibile una continua attività motoria”

Sul piano ludico sportivo pur avendo dovuto, ormai da tempo, appendere al tradizionale chiodo le scarpe dell’amatissimo calcio e della racchetta da tennis mi resta pur sempre la fedelissima mtb che con le sue due ruote mi ha portato in giro negli anni per migliaia e migliaia di chilometri e l’ho sentita sbuffare sulle più dure salite che vanno dai Pirenei alle montagne della Slovenia. Non dubito che avrà ancora la pazienza dimostrata in tanto tempo di corretto ‘rapporto’ regalandomi indimenticabili soddisfazioni. Per concludere ho riscontrato che più mi muovo più mi sento bene.

Mentre, a proposito di visite specialistiche, ho dovuto prendere atto che oltre quelle che interessano l’età delle persone anziane e che periodicamente, fino all’entrata in scena del Parkinson, mi hanno portato dal cardiologo, urologo, dentista, oculista e magari anche dall’ortopedico la mia frequentazione è ora estesa a ben più ampio spettro comprendendo neurologo, psicologo, dietologo, logopedista, fisiatra.

Ho imparato che i medicinali, certamente indispensabili, non bastano: è notoriamente insostituibile una continua attività motoria “adattata” o, come prevedibilmente promuoveremo nell’ambito dell’attività della nostra Associazione cicli di fisiochinesiterapia.

Sento forte la necessità di avere un obiettivo e il bisogno di cercare e trovare gli stimoli per raggiungerlo. Vedo sempre la situazione di malattia non come rassegnazione o autocommiserazione ma come condizione che non impedisce, anzi stimola come nel mio caso, una vita in cui si possano ancora raccogliere sfide e mettersi a disposizione degli altri, di quelli cioè che hanno bisogno del mio e nostro incondizionato aiuto con la programmazione di attività volte al miglioramento della qualità della vita del paziente e della sua famiglia.

È con questo spirito che invito tutte le persone interessate dal problema comune a rispondere all’appello: INSIEME per contrastare il Parkinson

Rivolgo, infine, un doveroso pensiero alla figura dei “caregiver”.  Quelle persone che, in prevalenza con vincolo di familiarità, si assumono il gravoso impegno di assistenza in tutte le fasi della malattia. Esse donano agli ammalati – bisognosi di cure – incoraggiamento, comprensione, lavoro, speranze e un significato alla propria esistenza.

Italo Agnoli

Il Punto di Presenza di Mogliano Veneto
è aperto il Lunedì e Giovedì
dalle 10 alle 11,30
cell. 389/0565274


Italo Agnoli, 80 anni da pochi giorni, ha avuto la diagnosi di Parkinson due anni fa. Originario di Mogliano Veneto (TV), dove è stato consigliere comunale e Assessore in diversi ruoli dal 1987 al 2003, è in pensione dal 2009. Svolge attività di volontariato tenendo i contatti tra aderenti al Punto di Presenza di Mogliano Veneto e la Sede dell’Associazione Parkinsoniani di Treviso ONLUS.
Italo Agnoli è contattabile al cell. 347.27.92.530