Parkinson Café Fiorella menti

Parkinson Café: donare un po’ del nostro tempo agli altri

«Mi chiamo Fiorella e da poco più di un anno sono volontaria al Parkinson Café. Ho 63 anni ed ho smesso di lavorare nel settembre 2015, dopo molti anni di lavoro nella scuola, prima come insegnante e poi come dirigente scolastica».

Fiorella Menti, volontaria del Parkinson Café di Arzignano (Vicenza) voluto dalla Fondazione “Silvana e Bruno”, ci racconta la sua esperienza. Spiega le sue motivazioni e quanto la arricchisce donare un po’ del suo tempo per aiutare gli atri, disinteressatamente. Questo il suo racconto.

«Più di un anno fa, la signora Silvana, della Fondazione “Silvana e Bruno”, che conosco da molti anni, mi ha telefonato per chiedermi di collaborare al Parkinson Café, in quel momento in fase di realizzazione.

Ci ho pensato su un po’, poi ho accettato, convinta che:

  1. anche da pensionati le giornate devono avere un senso
  2. chi ha ricevuto soddisfazioni dalla vita lavorativa (e personale) dovrebbe donare un po’ del suo tempo agli altri
  3. un’esperienza nuova, in un ambiente nuovo, poteva darmi l’occasione di continuare ad organizzare qualcosa, ritenendo di avere esperienza alle spalle, senza però avere troppa responsabilità di gestione.

Il dubbio invece riguardava la mia capacità di occuparmi di persone ammalate, soprattutto di riuscire ad essere empatica con loro.

Io sono estroversa ma non mi sentivo del tutto indicata per questo incarico.

In realtà la gestione del Parkinson Café si è mostrata ricca di stimoli, e anche di incombenze pratiche, di problemi da risolvere al momento, della necessità di proporre soluzioni concrete. In questo campo sento di essere molto utile. Inoltre mi accorgo che i responsabili del Centro contano su di me per vari aspetti, anche questo è fonte di gratificazione.

La cosa curiosa è che la signora Silvana mi ha confessato che temeva le dicessi di no!

Il Parkinson Café ora è un luogo vivo e ricco di contatti umani: gli ospiti, i familiari, gli operatori…

I volontari si incontrano con entusiasmo due o tre volte alla settimana. E io colgo la gratitudine rispetto all’ambiente che giorno per giorno cerchiamo di creare.

Al Parkinson Café gli incontri sono sempre un po’ speciali, basta avere voglia di ascoltare gli ospiti.

Più che aneddoti direi che conosco tanti pezzetti di vita. Dall’ospite che non rinuncia ad andare per funghi e si assicura ad un albero per non scivolare, al nostro pittore frequentante che dichiara di esprimersi con l’arte “grazie al Parkinson”… E alla soddisfazione di veder tornare familiari ed ospiti incontro dopo incontro come se ci conoscessimo da sempre.

Questa non è l’unica attività di volontariato a cui mi dedico, ho anche la Parrocchia e una scuola paritaria con cui collaboro. Quest’anno ho anche seguito varie insegnanti che hanno affrontato il Concorso per diventare di ruolo. Devo dire che dare una mano a queste giovani mi ha dato la soddisfazione di “aver passato il testimone”. Non ho buttato via l’esperienza faticosamente accumulata.

Per questo motivo a volte accolgo anche qualche studente che “zoppica” in matematica, mi piace trovare con loro la strada per recuperare brutti voti!

Ho due figlie, entrambe vivono fuori casa, e un marito, che metto al corrente dell’attività del Parkinson Café. Devo dire che anche lui è impegnato come volontario in altre Onlus, tuttavia viaggiamo, passeggiamo, ci concediamo tempi distesi per le nostre incombenze familiari. Sia io che lui non vogliamo fare i pensionati “sempre in vacanza”. Invece, ci piace alternare le settimane di impegno con quelle più strettamente di relax. Al momento funziona!»

Fiorella

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Il primo Parkinson Café d’Italia

Inaugurato nel febbraio 2016 ad Arzignano (VI), è uno spazio aperto alla comunità. Ha l’obiettivo di coinvolgere i malati di Parkinson del territorio, favorire la socialità, il confronto, il movimento…

Soprattutto si propone di ridurre i casi di isolamento molto frequenti in chi è colpito dalla malattia.

Si ispira alla positiva esperienza anglosassone dove i Parkinson Café sono una realtà attiva ormai da qualche anno.

Il Parkinson Café nasce per volontà della neonata Fondazione “Silvana e Bruno” (fondazionesilvanaebruno.it). Una realtà senza scopo di lucro di recente costituzione, frutto dell’impegno dei coniugi Mastrotto Silvana e Bruno, e delle figlie. Insieme, hanno voluto mettere a disposizione la loro esperienza personale con la malattia di Parkinson per dare un aiuto concreto ai malati del territorio. I malati sono circa 200 nel bacino dell’Ulss 5 Alto Vicentino e oltre 2000 nel Vicentino.

I volontari, con il loro bagaglio di esperienza in ambito sociale o in comunità sono fondamentali nel funzionamento del Parkinson Cafè. I locali sono aperti tutti i martedì e i giovedì dalle ore 9 alle ore 13 e in altri giorni della settimana in occasione di attività. In particolare, incontri medici-pazienti per un confronto aperto su tematiche di interesse degli ospiti. Oppure per permettere gli incontri con lo psicoterapeuta “Aiutarsi ad aiutare” dedicati ai caregiver.