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Lo smog aggrava Alzheimer e Parkinson

Un’équipe di ricercatori di Harvard ha pubblicato uno studio sulla correlazione tra Pm2,5 e ricoveri per malattie neurodegenerative. I risultati confermano che l’esposizione ad alte concentrazioni di particolati fini nell’aria aggrava Alzheimer e Parkinson.

Quando aumenta la concentrazione nell’aria di particolato fine (Pm2,5) sale il rischio di essere ricoverati per una malattia neurodegenerativa come Alzheimer o Parkinson. Lo indica lo studio realizzato da un’équipe di ricercatori di Harvard e appena pubblicato sulla rivista Environmental Health Perspectives.

Si tratta del primo studio epidemiologico sugli effetti di un’esposizione di lungo periodo al Pm 2,5 sulla malattia di Alzheimer e su quella di Parkinson. «Questo studio conferma che l’inquinamento dell’aria è uno dei più importanti problemi per la sanità pubblica». Lo afferma la dottoressa Maria Neira, direttrice del dipartimento di salute pubblica e ambiente dell’Oms (Organizzazione mondiale della sanità).

L’esposizione a lungo termine al Pm2,5 è associata a diversi effetti nocivi che sono stati studiati e analizzati nel corso degli ultimi anni. Nel marzo 2014 l’Oms ha reso pubblico uno studio che valutava in 7 milioni il numero delle persone morte prematuramente (prima dei 65 anni) nel 2012 nel mondo. Di queste 5,9 milioni nell’Asia-Pacifica.

7 milioni di morti attribuibili agli effetti dell’inquinamento dell’aria, anche domestica.

Marianthi-Anna Kioumortzoglou (del Dipartimento di Salute e Ambiente, Scuola di Sanità Pubblica T.H. Chan di Harvard) e i suoi colleghi hanno lavorato sui dati di 9,8 milioni di assistiti dal sistema americano Medicare, che fornisce la copertura assicurativa agli ultra 65enni, in 50 città del nord-est degli Stati Uniti tra il 1999 e il 2010. Hanno valutato l’impatto dell’esposizione cronica ai particolati fini sulla prima ospedalizzazione per una diagnosi di demenza, di malattia d’Alzheimer o di malattia di Parkinson.

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