vacanze per i malati di Parkinson

Tempo di vacanze per i malati di Parkinson

Molti parkinsoniani, soprattutto quelli che non hanno una famiglia e vivono da soli, hanno difficoltà nell’organizzare le vacanze. Sia per questioni economiche ma anche per questioni psicologiche, organizzare vacanze per i malati di Parkinson è difficle

È tempo di vacanze per i malati di Parkinson ma qui cominciano i problemi. Magari perché la badante parte per una breve vacanza o, semplicemente, perché in estate figli e nipoti non riescono ad assistere personalmente i propri cari.

Non si tratta solo di trovare la località che più interessa ma di cercare una soluzione compatibile con i problemi specifici della persona disabile e dei suoi caregiver.

Per queste persone, occorrono interventi di tipo riabilitativo per persone autosufficienti ma che hanno limitazioni legate alla malattia di Parkinson.

Una équipe di esperti, ad esempio formata da un terapista della riabilitazione e un logopedista, può fornire programmi terapeutici, come:

  • ginnastica riabilitativa
  • logopedia (esercizi del linguaggio e della deglutizione)
  • attività artistiche e occupazionali
  • esercizi per la memoria e la sintesi
  • apprendimento di strategie per superare momenti di blocco e di ansia
  • attività di gruppo, scambi di esperienze, gruppi di auto-aiuto separati per pazienti e per familiari
  • supporto psicologico, se necessario
  • apprendimento di tecniche di rilassamento

Insomma, un programma per migliorare efficacemente la capacità di movimento, la sicurezza e l’autonomia. Cioè, qualcosa che si possa definire “vacanze per i malati di Parkinson” a tutti gli effetti! Ovviamente, da integrare alle attività che un paziente dovrebbe normalmente fare tutto l’anno.

(nella foto in alto: un momento di attività durante le “vacanze assistite” organizzate a Gabicce, nel 2010, da Parkinson Italia)

Strutture sì, ma il territorio?

Ma le vacanze per i malati di Parkinson “assistite” – sia d’estate che d’inverno – possono svolgersi bene solo in località attrezzate per il “turismo accessibile”. Una forma di turismo rivolta a persone con differenti fragilità e ai loro caregivers.

Questo, per rispondere a una sempre più crescente domanda di normalità espressa da queste persone.

Occorre, infatti, offrire alle persone con patologie importanti e ai loro famigliari la possibilità di vivere esperienze di turismo attivo.

Si può ancora essere spensierati nonostante una diagnosi di malattia, divertendosi e condividendo nuove esperienze con gli altri.

Per fare questo, anche gli enti locali dovrebbero attivarsi per rendere accessibile il territorio e non lasciare l’iniziativa solo al singolo albergo o associazione di pazienti.

Esperienze di vacanze per i malati di Parkinson ce ne sono e anche di qualità.

Ma non bastano (quando ci sono) camere d’albergo attrezzate per i disabili, ascensori e ingressi accessibili, ecc.
Occorrono spiagge attrezzate, percorsi facilitati e studiati appositamente per diversi tipi di fragilità, servono intere località predisposte ad accogliere persone con esigenze speciali.

Purtroppo, di vacanze per i malati di Parkinson, se ne parla da anni ma sebbene esistano iniziative, si tratta di attività sporadiche. Così, molte famiglie in cui sono presenti disabili e anziani devono limitare la loro attività turistica.

Rimangono notevoli barriere e difficoltà da superare

Prime fra tutte la scarsa conoscenza delle opportunità offerte dal turismo accessibile. Poi la mancanza di persone competenti in materia. Infine la scarsità di strumenti informativi, indispensabili alla programmazione degli itinerari e dei soggiorni.

In Italia ci sono associazioni di persone con Parkinson che organizzano vacanze assistite per loro associati. Manca però un “sistema” in grado di fornire costantemente ogni anno un’offerta sempre più aggiornata e migliorata.

Oggi si va a “macchia di leopardo”, con proposte che appaiono e scompaiono.

Occorrerebbe, infatti, un’integrazione tra operatori e istituzioni per realizzare vacanze per i malati di Parkinson. A partire dalle associazioni, naturalmente, per arrivare agli albergatori, ai Comuni e agli Enti turistici…

Infine, va detto che lo sviluppo del “turismo sociale” non è solo un’opportunità economica! È un’occasione di superamento di ogni barriera, culturale e strutturale.

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Ecco alcuni Link dove trovare qualche informazione:
https://www.disabili.com/strutture-accessibili
http://www.lptour.it/
http://www.bblikeyourhome.com/blog/

Turismo accessibile con ‘Dementia Friendly’ e VACANZaBILI