Alfa-sinucleina cure per il Parkinson

A che punto siamo con le cure per il Parkinson?

A 200 anni dalla scoperta, stiamo per entrare in una nuova era di cure per il Parkinson

Prima di arrivare al succo del discorso, facciamo un riepilogo di qual è il problema principale che riguarda le cure per il Parkinson.

I ricercatori sono abbastanza sicuri che l’accumulo della proteina alfa-sinucleina è responsabile per i neuroni morenti nelle persone con malattia di Parkinson.

Tuttavia, ci sono due teorie in competizione su come si accumula e si diffonde: la “teoria della soglia” e la “teoria ascendente” (chiamata anche l’ipotesi del prione).

La “teoria ascendente” afferma che l’alfa-sinucleina si diffonde da cellula a cellula, come un’infezione.

La “teoria della soglia” recentemente proposta dal Dr. Ole Isacson e dal Dr. Simone Engelender, propone che l’alfa-sinucleina si accumuli in modo indipendente in ciascuna cellula colpita.

Indipendentemente da ciò, una migliore comprensione di come esattamente tali proteine danneggiate si raggruppano è al centro dell’enigma che è la malattia di Parkinson, nonché una lunga lista di altre malattie.

Per fortuna una serie di laboratori di tutto il mondo hanno lavorato su questo problema.

L’ERA DELLA MEDICINA PERSONALIZZATA

La rivoluzione nella genetica in corso sta giocando un ruolo sempre più importante nella nostra comprensione della malattia. Anche nel rivelare il motivo per cui varia così tanto da paziente a paziente.

Ci sono state decine di mutazioni e varianti associate finora con la malattia. Stiamo solo cominciando a capire il ruolo che i nostri geni giocano nello sviluppo di malattie neurologiche. Ma una quantità immensa di progressi sono stati compiuti negli ultimi 15 anni da quando il genoma umano è stato sequenziato.

Ora che i costi di sequenziamento sono crollati siamo sull’orlo di una nuova era nel campo della medicina. Un’era che promette di dare ai pazienti trattamenti su misura per la loro specifica condizione.

«La Medicina personalizzata è l’assistenza sanitaria in base al modello genetico e molecolare unico. Ogni individuo ha un distinto corredo genetico, biomolecole e profili metabolici, set di microbi intestinali, e così via. Allo stesso modo, non v’è alcun trattamento che va bene per tutti nel settore sanitario. Come rimanere in buona salute o come siamo trattati per la malattia dovrebbero essere abbinati al vostro profilo unico. La conoscenza della vostra genomica, proteomica, metabolomica, microbiotics e la bioinformatica dovrebbero consentire il miglioramento della qualità della vita, dalla prevenzione delle malattie alla terapia più adatta a voi». (Da: “Personalized Medicine Initiative” – British Columbia).

Una migliore comprensione della genetica contribuirà a liberare una cascata di altri problemi che circondano questa malattia. Tra questi, la disfunzione mitocondriale, la degradazione lisosomiale, neuroinfiammazione, i batteri intestinali, e l’epigenetica. Questa migliore comprensione probabilmente contribuirà a individuare nuove cure per il Parkinson.

E per fortuna ora c’è una grande comunità globale interconnessa di ricercatori che lavorano per risolvere questi problemi. Oltretutto con più risorse e gli strumenti migliori che in tutta la storia umana si siano visti.

UNA RIVOLUZIONE MEDICA IN CORSO

C’è un’esplosione di iniziative sulla salute da parte del settore pubblico e privato che attraversa diverse discipline. Questo ha portato un numero crescente di esperti a credere che faremo ulteriori progressi nel prossimo decennio di quanto abbiamo fatto nel secolo scorso. Forse anche a trovare nuove cure per il Parkinson!

Di certo è una buona ragione per essere fiduciosi considerando quello che la medicina era un centinaio di anni fa.

Questa rivoluzione medica sarà ulteriormente sostenuta da nuove e migliorate tecniche di “imaging”. Una grande parte del problema che abbiamo ancora di questa malattia è che non possiamo realmente vedere ciò che è sbagliato.

Ogni persona che ha il Parkinson ha sintomi leggermente diversi, ma non si sa davvero il motivo, poiché non possiamo vedere con precisione nella testa del paziente.

Presto una nuova linea di tecniche di imaging sarà disponibile e darà ai chirurghi e ai ricercatori una migliore comprensione di ciò che sta succedendo nella testa di ciascun paziente. Questo moltiplicherà le possibilità di trovare presto nuove cure per il Parkinson.

In aggiunta, ci sono alcune grandi collaborazioni in corso, come il  progetto europeo sul cervello umano e l’iniziativa sul cervello in corso in USA. Queste iniziative di ricerca stanno cercando di fare per il cervello quello che il progetto “genoma umano” ha fatto per la comprensione del genoma.

In caso di successo darà ai ricercatori una visione senza precedenti sul modo in cui le nostre menti sono fatte.

Poi ci sono le nuove terapie.

I TRATTAMENTI ATTUALI MIGLIORANO DI GIORNO IN GIORNO

Levodopa

Per 50 anni questo farmaco miracoloso ha portato sollievo a milioni di persone affermandosi la più efficace tra le cure per il Parkinson. Naturalmente, i problemi persistono, vale a dire riuscire a passare la barriera ematoencefalica, assicurandosi una fornitura più costante di farmaco che arriva a destinazione per ridurre le fluttuazioni on/off.
Per aggirare alcuni di questi problemi ora abbiamo cerotti a lento rilascio, e capsule a rilascio prolungato. Così come le pompe intestinali che forniscono un flusso costante di farmaco direttamente nell’intestino.
Naturalmente questo farmaco non è una soluzione ideale perché vi sono effetti collaterali dovuti a un uso a lungo termine. In primo luogo le discinesie ma, per ora, è ancora la migliore soluzione che possiamo avere.

Stimolazione cerebrale profonda

Questa meraviglia della fantascienza è diventata la regina indiscussa dei trattamenti moderni. Si è già dimostrata essere un operatore di miracoli nel rianimare centinaia di migliaia di persone con la sua “magia elettrica”. Anche questa terapia è in costante miglioramento.
«Invece di impiantare dispositivi che semplicemente forniscono una stimolazione elettrica continua, si stanno sviluppando tecnologie che assicurano scossoni stimolanti solo quando richiesto. L’idea è quella di progettare la DBS in modo che il sistema possa monitorare l’attività elettrica nei gangli basali e, quando rileva un segnale anomalo, possa rispondere automaticamente con una stimolazione appropriata. Un dispositivo intelligente…» dal libro di John Palferman “Brain Storms”.

TERAPIE PRESTO DISPONIBILI (DA 2 A 5 ANNI)

Nuovi Farmaci

C’è una  lunga lista di promettenti farmaci che sono già in sperimentazione clinica. Alcuni di questi farmaci non solo hanno il potenziale per offrire solo un sollievo sintomatico, ma andranno a modificare le terapie attuali.

Tecniche di neuromodulazione

Un certo numero di nuove tecniche di neuromodulazione sono state testate per l’uso clinico. La più diffusa è chiamata stimolazione magnetica transcranica. I magneti sono attaccati all’esterno della testa del paziente e inviano una corrente elettrica concentrata in profondità nelle aree bersaglio del cervello. Già esiste una terapia approvata per la depressione e la TMS è ora in fase di valutazione per il Parkinson .

TERAPIE ALL’ORIZZONTE (5 A 10 ANNI)

Immunoterapie

L’identificazione del ruolo chiave dell’alfa-sinucleina fa credere che potremmo essere in grado di sfruttare il sistema immunitario del corpo. Sia per fermare gli accumuli di proteina ma anche per mitigare le risposte infiammatorie naturali che danneggiano i neuroni.

Farmacogenetica

La rivoluzione genetica ha stimolato lo sviluppo di un settore relativamente nuovo della farmacologia chiamato farmacogenetica. Alla fine, invece di fare un farmaco per tutti, saremo in grado di modificare i farmaci perché si adattino meglio alla condizione unica di ogni persona.

Terapie con cellule staminali

Ci sono stati una serie di studi negli anni ’90 che hanno avuto risultati contrastanti. Di recente, però, una serie di laboratori di tutto il mondo ha iniziato a riesaminare il potenziale terapeutico delle cellule staminali.
Questo è dovuto in parte alla scoperta nel 2007 di un nuovo tipo di cellule staminali chiamata cellule IPS. Queste permettono ai ricercatori di far crescere cellule staminali pienamente funzionanti da cellule della pelle del paziente.
Ciò ha aperto la porta a una nuova serie di terapie, oltre a darci migliori modelli di malattia.
Da quei primi test abbiamo anche fatto una serie di altri progressi nella nostra comprensione di come utilizzare le cellule staminali. Cosa che ha portato ad alcuni risultati sorprendenti in test sulle scimmie. Alcuni laboratori sperano di spingere in avanti verso la sperimentazione umana a partire dalla fine di questo anno, anche per le cure per il Parkinson.

Terapie con geni modificati

Come detto in precedenza, il campo della genetica sta esplodendo. Uno dei più grandi benefici per la società che verranno da essa è una nuova serie di terapie geniche chiamate “Terapie con geni modificati”. La più popolare oggi si chiama CRISPR, una tecnica che permette già ai ricercatori di tagliare e incollare il codice genetico e cambiare il genoma degli organismi viventi. Un certo numero di articoli sono usciti parlando di questo tipo di tecniche come il futuro della medicina.
Questo primo uso di CRISPR è stato fatto in un malato di cancro ai polmoni in Cina lo scorso autunno. Inoltre, è anche utilizzato per aiutarci a comprendere malattie neurodegenerative, tra cui  il morbo di Parkinson .

TRATTAMENTI FUTURI (ANNI 10+)

Programmazione diretta

In concomitanza con la terapia genica, la “programmazione diretta” potrebbe essere la soluzione definitiva al problema della neurodegenerazione. Si tratta di un sottoinsieme del nuovo campo della biologia sintetica che alla fine permetterà di modificare i tipi di cellule negli organismi viventi. Per esempio, nelle persone con malattia di Parkinson, saremo in grado di riprogrammare le altre cellule sane nella zona interessata (cellule gliali o astrociti). Cioè trasformarle in cellule che producono dopamina.

E SE TUTTO QUESTO FALLISSE, FORSE I ROBOT POTRANNO TROVARE LA SOLUZIONE

C’è un motivo per cui non siamo stati in grado di curare molte malattie come la neurodegenerazione o il cancro. È che c’è un numero incredibile di fattori da considerare quando si cerca una cura.
Forse troppi per qualsiasi essere umano, o anche qualsiasi gruppo di umani, per dare un senso.
Ma ci potrebbe essere una soluzione a questo problema. Infatti, stiamo cercando di trovare modi per esportare sempre più le nostre capacità intellettuali nei computer.
Già i computer sono diventati bravi come gli esseri umani a diagnosticare alcune condizioni. Infatti, un numero impressionante di aziende sanitarie ha investito molto nell’intelligenza artificiale per l’industria medica.
Questo, insieme a ulteriori progressi nelle nanotecnologie, ha un grande potenziale! Può aiutarci a capire le malattie e può rivelare nuove intuizioni su come trattarle. Ad esempio svelare nuove cure per il Parkinson.

MA… NIENTE BACCHETTA MAGICA!

Come si può vedere, c’è molto in cantiere anche se non ci può essere alcuna bacchetta magica. Ma non c’è dubbio che continueremo a vedere i miglioramenti nel trattamento del Parkinson. Ciò andrà a beneficio di milioni di persone.

In conclusione, ci sono buone ragioni per credere che le afflizioni come il Parkinson potrebbero un giorno essere un ricordo del passato.

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