Parkinson e Triathlon Stefano Ghidotti

Parkinson e Triathlon. Una storia da raccontare

«Mi chiamo Stefano e ho 56 anni. Nel 2017 ho avuto la diagnosi di Parkinson. Da quel momento è iniziato a cambiare il rapporto con il mio corpo».

Parkinson e Triathlon è la storia di Stefano Ghidotti, così come la racconta nel suo Blog. E del suo progetto di combattare la malattia con lo sport, scientificamente.

Mi chiamo Stefano. Ho 56 anni, e nel giugno del 2017 ho avuto la diagnosi di Parkinson. Da quel momento è iniziato a cambiare il rapporto con il mio corpo, con cui sono andato d’amore e d’accordo per tutti questi anni, da quando sono nato, il 6 gennaio 1962. Sono sposato da 23 anni con Carolina, insegnante di Scienze motorie, con cui ho una splendida figlia, Benedetta, oggi diciassettenne. Ah, lavoro anche: faccio l’odontotecnico, dal 2015 al 2017 sono stato anche presidente nazionale della Siced.

SPORT E AMICIZIE

Dicevo del mio rapporto con il mio corpo: fin da ragazzino mi ha permesso di fare tutti gli sport possibili con fratelli e amici. Dal girare in bici sui saliscendi di Palazzolo (BS), a sciare, giocare a calcio, tennis, pallavolo e pallacanestro, nuotare nell’Oglio e nel lago, andare in windsurf e in vela.

GLI ANNI DELLA VELA

La vela è stata per 12 anni al centro delle mei passioni, prima sul lago d’Iseo poi sul Garda, sui laghi europei e nel mar Mediterraneo. Con affermazioni nazionali ed internazionali, tra cui la vittoria che ricordo con più gioia, quella della 100 miglia del Garda classe “Asso99” nel 1998.

CINQUANT’ANNI DI CORSA

E siccome non riesco a stare fermo, in vista dei 50 ho deciso di correre. L’inizio è faticoso, ma pian piano il mio corpo mi segue: tre maratone, Nizza, Londra e Valencia e qualche mezza, riuscendo ad arrivare al traguardo senza strisciare, come si dice tra i runner.

E POI IL TRIATHLON

Poi, nell’estate del 2012, sempre per condividere momenti con gli amici, inizio a pedalare e pure a nuotare. A questo punto, non sapendo quale delle tre specialità –nuoto, corsa, bici – scegliere, le scelgo tutte e tre: triathlon!  Dal 2014 ad oggi ho fatto diversi triathlon olimpici e sprint.

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IL PROGETTO PARKINSON E TRIATHLON

Le cose più importanti, oltre ai farmaci, sono lo stile di vita e il movimento, perchè l’irrigidimento articolare e le difficoltà motorie sono i sintomi principali della malattia. Ecco l’idea: continuare la mia attività sportiva, rendendola più intensa e controllata. Con un approccio scientifico, registrando i dati atletico-fisiologici e i cambiamenti del mio corpo e renderli disponibili.

Per mesi ci ho pensato senza realizzarlo

Poi alcune persone, anche stavolta, mi sono state d’aiuto. Mio fratello Angelo si è impegnato per i testi, il coach dott. Alberto Duilio Schivardi, laureato in Scienze Motorie ha accettato di seguirmi e il neurologo dott. Enrico Alfonsi, con la Fondazione Istituto Neurologico Casimiro Mondino di Pavia, ha assicurato il supporto per tracciare il mio quadro clinico periodico.

Dal gennaio 2018 è iniziato il progetto Parkinson e Triathlon

Si parte da test atletici per stabilire la forma attuale e stendere i programmi di allenamento, e da esami clinici sulla mia situazione fisiologica e motoria. E siccome farò alcuni triathlon sprint e olimpici, tutto ciò che farò sarà registrato, pubblicato e messo a disposizione dell’istituto Mondino per un eventuale studio longitudinale.

La nuova avventura

Adesso la sfida diventa doppia: contro i tempi, la fatica e con quel pezzo del mio corpo, una piccola parte del cervello che si chiama ‘sostanza nigra’, che ha deciso di non produrre più la dopamina necessaria. Mr Parkinson sarà il mio nuovo compagno d’allenamento, e proverò a batterlo, o almeno a stargli davanti. Lo devo al mio corpo, un grande amico che mi ha permesso di vivere felicemente con grande energia.

Un’avventura che, se avrete la pazienza di leggermi, vi racconterò nel mio BLOG:
https://parkinsontriathlon.blog/

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