Piano Nazionale Cronicità - Tonino Aceti Cittadinanzattiva

Piano Nazionale Cronicità: i pazienti non sono invitati

La partecipazione e il coinvolgimento delle associazioni di tutela dei pazienti nelle Regioni è di fatto nulla.

Il Piano Nazionale Cronicità prevede un ruolo specifico delle associazioni. Infatti, stabilisce che debbano esserci sedi e strumenti di confronto a livello nazionale, regionale e aziendale. Ma non risulta, dalla lettura degli atti di recepimento regionali, che questi strumenti e sedi siano previsti in maniera esplicita.

La denuncia di Cittadinanzattiva

Il Piano Nazionale Cronicità non ha ancora prodotto i risultati attesi. La sua implementazione va rilento e solo cinque Regioni lo hanno adottato formalmente.

Sono ancora “congelati” 21 milioni di euro di fondi comunitari stanziati per informatizzare l’assistenza dei malati cronici.

La denuncia arriva da Cittadinanzattiva, che il 13 marzo scorso, a Roma, ha organizzato un incontro per fare il punto. E lo stato di attuazione del documento approvato in Conferenza Stato-Regioni nel 2016, non appare affatto a buon punto!

Piano nazionale cronicità: a che punto siamo

Al ministero della Salute, la Cabina di regia per il Piano nazionale cronicità (Pnc) si è insediata lo scorso 24 gennaio. A livello regionale, solo cinque amministrazioni hanno recepito con un atto ad hoc il Pnc: Umbria, Puglia, Lazio (da pochi giorni), Emilia Romagna. Il Piemonte ha avviato l’iter, ora in dirittura d’arrivo, mentre la Lombardia ha un suo “Piano regionale della cronicità e fragilità”, seguito da diversi provvedimenti attuativi. Non pervenute le altre Regioni.

Ad esempio: la delibera della Regione Lazio n. U00046 del 20 febbraio prevede “l’istituzione di un Gruppo di lavoro regionale di coordinamento e monitoraggio delle attività riguardanti il Piano Nazionale Cronicità” costituito da tecnici e personale sanitario, e la possibilità “opzionale” di  “avvalersi, di volta in volta, della collaborazione di ulteriori esperti in materia per la trattazione di argomenti specifici, nonché di rappresentanti delle Associazioni dei malati cronici e delle Associazioni dei pazienti”. Questo esclude di fatto la partecipazione nelle decisioni di impianto generale, lasciando discrezionalità su quando e come coinvolgere le Associazioni.

L’Umbria invece, nella delibera 902 del 28/07/2017, indica di aver preso “atto dei lavori prodotti dai gruppi clinici costituiti dalla Direzione Regionale Salute, Welfare” e riferisce che “in corso d’opera, si è ritenuto necessario coinvolgere altri professionisti”. Ma rimandando al processo di approvazione del Piano Sanitario Regionale la fase partecipativa.

Attivi 116 Pdta

I percorsi diagnostici, terapeutici e assistenziali (Pdta) per le patologie croniche sono uno dei perni del Pnc. A fine 2017, spiega Cittadinanzattiva citando i dati del Pdta Lab Core-Cineca, risultano 116 Pdta per malattie croniche definiti a livello regionale.

Soprattutto per le patologie cardiovascalori (26) e neurologiche (24). Seguono i Pdta per malattie respiratorie (12), reumatiche (10), endocrine (9), per i percorsi riabilitativi e malattie gastrointestinali (8), patologie psichiatriche e genetiche (5), renali ed oculari (4). Infine, cinque Pdta per altre patologie.

Da una ricognizione svolta dalle associazioni dei pazienti, Piemonte, Toscana e Puglia sono le uniche tre regioni che hanno attivato i Pdta per il Parkinson.

Tonino Aceti: l’attuazione del Piano diventi “adempimento Lea”

«Chiediamo al ministero della Salute –  afferma Tonino Aceti, coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato e responsabile del Coordinamento nazionale delle associazioni dei malati cronici di Cittadinanzattiva – che il recepimento e l’attuazione del Piano da parte delle Regioni sia riconosciuto come vero e proprio “adempimento Lea” oggetto di verifica da parte del Comitato nazionale e come indicatore da introdurre e verificare nel nuovo “Sistema nazionale di garanzia dei Lea”, ancora non attivo».

Il ruolo delle associazioni di pazienti deve essere valorizzato

Fra le richieste di Cittadinanzattiva anche quella di un maggiore coinvolgimento delle associazioni di cittadini e pazienti nell’attuazione del Piano Nazionale Cronicità.

Il Piano prevede un ruolo specifico delle associazioni e stabilisce che debbano esserci sedi e strumenti di confronto a livello nazionale, regionale e aziendale. Ma dalla lettura degli atti di recepimento regionali – conclude Cittadinanzattiva – non risulta che questi strumenti e sedi siano previsti in maniera esplicita.

Silvia Tonolo, Presidente Anmar Onlus Associazione Nazionale Malati Reumatici sottolinea il mancato coinvolgimento delle associazioni dei pazienti nei tavoli regionali. «Anche se si è insediata la cabina di regione purtroppo ad oggi le Associazioni di pazienti sono quasi sempre non coinvolte nei tavoli di attuazione nelle regioni» dice Silvia Tonolo. «Eppure coinvolgere a 360 gradi chi vive direttamente la malattia porterebbe un inquadramento del percorso di cura più adeguato. Anche dal punto di vista della sostenibilità» conclude Silvia Tonolo.

***

Leggi anche:

Il Comitato Associazioni Parkinson accolto al ministero della Salute