Perdita olfatto e gusto primi sintomi di parkinson

Sintomi di Parkinson iniziali: percepire meno odori e gusti

Una riduzione o perdita dell’olfatto o del gusto potrebbero essere segnali dell’esordio della malattia di Parkinson.

Per avere una diagnosi precoce è necessario individuare per tempo i primi sintomi di Parkinson. Cosa che, invece, nella maggioranza dei casi purtroppo non avviene. Così, gli scienziati invitano a non sottovalutare segnali come il calo o la perdita dell’olfatto e del gusto.
Perché, se da un lato aumentano i casi di Parkinson, dall’altro non è ancora stata trovata una cura. Oggi, infatti, le uniche armi sono la diagnosi precoce e il controllo della malattia.

I primi sintomi di Parkinson

Secondo gli esperti, il non sentire gli odori può essere un segno premonitore della malattia di Parkinson. A meno che non si sia affetti per esempio da un raffreddore o un’altra malattia simile.
Questa patologia è caratterizzata da un danno progressivo neurologico al cervello, che aumenta con il passare del tempo. Ma uno degli ostacoli al suo trattamento è proprio la scoperta della malattia quando questa è ormai sviluppata.
I principali sintomi di Parkinson sono: uno squilibrio involontario di particolari parti del corpo, caratterizzato dal tipico tremore; la lentezza nei movimenti; una progressiva rigidità muscolare.
A questi si associano altri sintomi neurologici e mentali come depressione e ansia, problemi di equilibrio, perdita dell’olfatto, problemi di sonno (insonnia) e problemi di memoria.

Molti non li conoscono

Secondo una ricerca di Parkinson’s UK, solo il 12% delle persone sa che la perdita dell’olfatto e la perdita del gusto sono frequenti sintomi di Parkinson già all’esordio. E soltanto il 24% delle persone ha riconosciuto nella riduzione dell’olfatto e nella difficoltà di scrivere i primi sintomi di Parkinson.
Però, l’80% delle persone ha identificato correttamente il tremore come sintomo tipico della condizione.
La maggior parte delle persone riconosce i segni molto visibili del Parkinson, come il tremore o la rigidità. Ma sembra esserci un divario preoccupante nella conoscenza da parte delle persone dei sintomi meno visibili, ma molto comuni.
Lo spiega il professor David Dexter, vicedirettore della ricerca presso la Parkinson’s UK.
«È importante che le persone comprendano che il Parkinson si presenta in modo molto diverso in persone diverse. Ma non tutti sperimenteranno il noto tremore del Parkinson. I cambiamenti nella grafia, nella perdita dell’olfatto o del gusto e della perdita dell’equilibrio sono tutti sintomi di Parkinson iniziali. Sapere cosa cercare potrebbe significare una diagnosi precoce» precisa Dexter.

Una testimonianza

Un esempio è la testimonianza di una donna a cui è stato diagnosticato il Parkinson all’età di 46 anni. Guardando indietro all’esordio della malattia, Carolyn Ibberson di Bradford, che oggi ha 50 anni, ricorda come avesse notato che quando il marito si lamentava del cattivo odore proveniente dal secchio della spazzatura, lei non sentisse nulla.
Al tempo non lo aveva considerato, ma poi, dopo la diagnosi, si è resa conto che questo poteva proprio essere un segno dei primi sintomi di Parkinson. Del resto, si sentiva bene e non c’erano altri sintomi.
«Non c’erano altri problemi – ha detto Carolyn – e non provavo dolore. Non pensavo di andare dal dottore. Fu solo anni dopo, nel 2008, quando iniziai a provare vertigini e poi alla fine iniziai a soffrire di tremore nel 2011. Persino allora non ottenni una diagnosi definitiva fino al 2013, perché nessuno si aspettava che potesse essere la malattia di Parkinson, dato che ero così giovane».

L’importanza della diagnosi precoce

«È particolarmente importante che le persone con Parkinson ottengano una diagnosi il più presto possibile. Questo, per poter meglio comprendere come la condizione progredisce fin dalle sue fasi iniziali» ha aggiunto il prof. Dexter.
«Se potessimo capire cosa sta succedendo nel cervello delle persone agli esordi della condizione, potremmo lavorare sullo sviluppo di trattamenti che potrebbero impedire la progressione del Parkinson. Cosa che nessun trattamento attuale può fare» spiega.
«Noi desideriamo che le persone siano consapevoli del fatto che il Parkinson è più di un tremore. Ma è importante che le persone che stanno provando certi sintomi non si facciano prendere dal panico» conclude il professore.
In caso di sospetti, sempre meglio rivolgersi al proprio medico o a uno specialista.

Liberamente tradotto da un articolo dell’Express.co.uk.

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