algoritmo che prevede il Parkinson diagnosi Nicola Amoroso

Un algoritmo che prevede il Parkinson e l’Alzheimer

L’algoritmo messo a punto da ricercatori baresi è in grado di identificare cervelli sani e cervelli affetti da “lieve indebolimento cognitivo”. Una condizione che può manifestarsi già un decennio prima dell’insorgere vero e proprio di Parkinson e Alzheimer.

Un algoritmo che prevede il Parkinson e l’Alzheimer con un grado di accuratezza elevatissimo! Nei 200 soggetti analizzati, l’algoritmo ha emesso diagnosi precise l’84% delle volte.

Si tratta di un metodo scoperto da un gruppo di fisici baresi dell’Università di Bari. Alla guida, Nicola Amoroso, un giovane fisico di Bisceglie (BA). Fanno parte del gruppo anche Marianna La Rocca, Stefania Bruno, Tommaso Maggipinto, Alfonso Monaco, Roberto Bellotti e Sabina Tangaro.

L’algoritmo che prevede il Parkinson e l’Alzheimer ha alla base la traduzione matematica di un principio clinico. Cioè che i vari distretti del cervello tra loro connessi nei processi cognitivi cambiano nel tempo e a seconda delle patologie.

Lo studio ha suscitato altissimo interesse in ambito clinico e accademico. Infatti, apre nuove prospettive terapeutiche e farmacologiche, ma si presta anche ad altri campi di applicazione.

La notizia non è ancora ufficiale, ma Amoroso ha voluto rivelarla durante una serata a cura del Lions Club Bisceglie, l’8 febbraio scorso. Durante la serata il Lions Club ha consegnato un riconoscimento al giovane ricercatore.

Un algoritmo che prevede il Parkinson e l’Alzheimer

L’algoritmo è già stato sperimentato su casi di Parkinson – malattia che ha come marcatore il lieve indebolimento cognitivo – e funziona in 93 casi su 100!

«Il Parkinson non ha in realtà problemi di diagnosi, anzi esistono strumenti che facilmente riescono ad identificarlo con un’accuratezza del 100%. Il problema è che la PET (Tomografia ad emissione di positroni) mostra efficacemente le lesioni quando è già troppo tardi per intervenire. Con il modello matematico che stiamo studiando sarà possibile intervenire al tempo zero. Dieci anni prima della comparsa dei sintomi» ha spiegato Amoroso.

Ad avvalorare la bontà clinica degli studi matematici di Amoroso, il neuropsichiatra Mauro Dell’Olio, che da decenni si occupa di disturbi cognitivi e demenze.

Dell’Olio, parlando dell’ algoritmo che prevede il Parkinson e l’Alzheimer ha sottolineato la portata della scoperta. Ci sono decine di milioni di persone affette da questa due patologie nel mondo ma solo terapie di tipo sintomatico. Prevederne l’insorgenza con tanto anticipo può rivoluzionare la ricerca di una cura vera e propria.

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