Il Covid-19 potrebbe portare al Parkinson

Il Covid-19 potrebbe portare al Parkinson

Lo afferma uno studio australiano sul Journal of Parkinson’s Disease, mentre in Israele un paziente avrebbe sviluppato sintomi di Parkinson dopo aver contratto il Covid-19.

Il Covid-19 ha anche conseguenze neurologiche, inclusa una forte escalation dell’incidenza del Parkinson. La notizia è dall’autorevole istituto australiano di neuroscienza e salute mentale, il Florey.

Secondo gli studiosi, l’infiammazione neurale subita da molti pazienti di Covid-19 è un fattore chiave di rischio di contrarre il Parkinson. Gli studiosi avvertono che la malattia degenerativa rischia con probabilità di rappresentare la «terza ondata della pandemia di Covid-19»

Si stima che tre persone su quattro con il Covid-19 subiscono sintomi neurologici. Inoltre i sintomi stessi, che vanno da encefalite a perdita dell’olfatto, sono probabilmente riportati per difetto.

Screening di massa

I ricercatori del Florey Institute raccomandano in particolare lo sviluppo di un protocollo di screening di massa mirante a identificare le persone a rischio di contrarre il Parkinson o che sono nelle prime fasi della malattia.

Questo potrebbe includere test di olfatto e vista e scansioni cerebrali per identificare sintomi motori. Sono inoltre in via di sviluppo terapie farmacologiche che, se amministrate tempestivamente, potranno rallentare i fermare lo sviluppo della malattia.

45enne sviluppa i tremori del Parkinson dopo aver contratto l’infezione da coronavirus

Per la prima volta è stato dimostrato che un paziente contagiato dal coronavirus Covid-19 ha sviluppato tremori analoghi a quelli della malattia di Parkinson. È accaduto a un 45enne israeliano, probabilmente infettato su un aereo mentre rientrava dagli Stati Uniti.

In passato il Parkinson è già stato associato alle infezioni causate da altri virus, come quello dell’influenza A, il virus di Epstein-Barr, il virus dell’epatite C, l’HIV responsabile dell’AIDS, il virus dell’encefalite giapponese, il virus del Nilo occidentale e il virus varicella-zoster.

Al momento non è chiaro se effettivamente sia stato il patogeno ad aver determinato lo sviluppo del parkinsonismo. È la prima volta però che emerge un potenziale legame col patogeno responsabile della pandemia che ha messo in ginocchio il mondo intero.

A descrivere il caso è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati israeliani dello Shaare Zedek Medical Center di Gerusalemme, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi della Facoltà di Medicina dell’Università Ebraica di Gerusalemme e della società CENTOGENE di Rostock (Germania).

Gli scienziati, coordinati dal professor Mikhal E. Cohen, docente presso il Dipartimento di Neurologia dell’ateneo israeliano, hanno iniziato a seguire il caso quando il paziente ha iniziato a sviluppare un sintomo tipico del Parkinson, un evidente tremore della mano destra.

I dettagli dello studio “A case of probable Parkinson’s disease after SARS-CoV-2 infection” sono stati pubblicati sull’autorevole rivista scientifica The Lancet Neurology.


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