
Quanti sono i malati di Parkinson in Italia?
In tutto il mondo, l’11 aprile si celebra la Giornata Mondiale per la lotta contro il Parkinson. Si tratta della malattia neurodegenerativa progressiva più diffusa, dopo l’Alzheimer, nel mondo.
Ma nemmeno per la 22esima edizione, possiamo sapere quanti sono i malati di Parkinson in Italia.
Non esistendo registri ufficiali, si hanno solo stime basate sul consumo dei farmaci specifici. Queste vengono poi combinate con l’esenzione per patologia e le attestazioni INPS per invalidità e disabilità. Il conto finale parla di almeno mezzo milione* di malati di Parkinson in Italia!
Queste stime, portano a ipotizzare non meno di 500.000 persone*
*prof. G. Pezzoli, Fondazione Grigioni per il morbo di Parkinson
Però, i dati ufficiali parlano “solo” di 250.000 persone, una cifra che circola da più di venti anni e che non è mai stata ufficialmente aggiornata!
Purtroppo, è su questo dato non aggiornato che viene calibrata – e quindi sottostimata – la spesa sanitaria destinata alla malattia di Parkinson. Questa è una delle tante prove dell’insufficiente attenzione verso le persone con Parkinson, nonostante le indicazioni del Ministero della Salute nel Piano Nazionale della Cronicità del 2016.
Dato che l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) prevede un raddoppio dei casi entro il 2030, è urgente sapere quanti sono i malati di Parkinson in Italia. Ma occorre che le istituzioni sappiano stimare anche quanti saranno tra 10 anni, per avere dati su cui fare programmazione.
Altrimenti si continuerà con insufficienti risorse e servizi carenti!
Infatti, in quasi nessuna delle Regioni italiane, anche a fronte della presenza di Centri di eccellenza, esiste un Percorso diagnostico terapeutico assistenziale (PDTA) per il Parkinson. Si trovano solo generiche indicazioni, spesso difformi, che lasciano troppo spesso i malati in una situazione di abbandono dopo la diagnosi.
Le associazioni di pazienti
Considerando il peso che questa patologia (per cui non esiste una cura!) ha sulla società e sulle famiglie – oltre che sui malati – occorrerebbe molta più attenzione da parte delle istituzioni. Un registro nazionale per sapere quanti sono i malati di Parkinson in Italia sarebbe la prima cosa da fare.
Sollecitare questa attenzione dovrebbe essere il compito delle associazioni di pazienti che, purtroppo, oggi sono poco organizzate e scarsamente collegate. Questo impedisce che le istituzioni, pur dimostratesi disponibili a un dialogo, possano trovare un unico interlocutore effettivamente rappresentativo di tutte le persone con Parkinson.
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I dati che ho raccolto io nel 2018 parlano di oltre 800 mila malati di Parkinson in Italia e di circa 2 milioni di Italiani affetti da una malattia neurodegenerativa o neurologica (Parkinson, Alzheimer, autismo, demenza). Basta anche guardare i dati relativi alle pensioni di invalidità civile per malattie neurologiche. I dati sono impressionanti ma nessuno fa nulla o dice nulla. E pensate che per le cure, per i farmaci e per le pensioni di invalidità ci sono costi per il sistema sanitario nazionale di oltre 20 miliardi l’anno (un dato è stato pubblicato nel 2018). Senza nulla contare i costi per le famiglie e le sofferenze. Poi però i media, i politici e molti medici dicono che le scie chimiche non esistono, sono una bufala o complotto mentre oramai dati e analisi vengono raccolti in tutto il mondo. Contattate il dott. Dietrich Klinghardt che è uno dei maggiori esperti di cure e ha molti dati. Però bisognerebbe che i cittadini si muovessero per fare qualcosa perché morire avvelenati in questo modo è davvero assurdo.